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Curzio Mattei da Lenola (Lenola, XVI secolo – dopo il 1639) è stato un chirurgo e poeta italiano vissuto nel Regno di Napoli. Della sua vita si sa molto poco. Nato senza dubbio a Lenola, dove la famiglia Mattei era ben radicata, tra il 1619 e il 1624 entrò come chirurgo al servizio di mons. Giovanni Agostino Gandolfo, vescovo di Fondi. Sembra improbabile una sua stretta parentela con il conterraneo Gabriele Mattei, alias Fra Deogratias, che agli inizi del secolo aveva fondato il locale santuario della Madonna del Colle. Accanto all’attività professionale coltivava per diletto l’arte poetica; nella dedica de Il sacco e rovina di Sperlonga al vescovo Gandolfo sottolinea di non essere un vero poeta e di faticare molto nel comporre versi. Tuttavia in meno di un biennio (1623-1624) riuscì a produrre due poemetti in ottava rima, per un totale di 1.646 endecasillabi: i 960 versi (in 120 ottave) de Il sacco e rovina di Sperlonga del 1623, a cui fecero seguito i 686 versi (in 87 ottave) dell’Istoria di S. Maria del Colle della terra di Lenola. Se il primo poemetto non approdò mai alla stampa, l’Istoria di S. Maria del Colle della terra di Lenola, la più antica storia del Santuario della Madonna del Colle di Lenola, fu completata nel 1625 e risulta edita a Viterbo nel 1639; entrambe le opere sono introdotte da una dedica al vescovo Gandolfo.
La sua morte dovrebbe essere posteriore al 1629-1630, anni in cui è situabile l’edizione a stampa del suo secondo poemetto, da lui presumibilmente curata.
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Il sacco e rovina di Sperlonga nel 1623
di Curzio Mattei da Lenola
Storia e Cultura
Edizione integrale a cura di Giovanni Pesiri
Contributi di Giovanni Burali d’Arezzo, Adriano Di Gesù, Diego Morgera, Giovanni Pesiri
Supervisione editoriale di Giorgio Anastasio
ISBN edizione cartacea (210 x 148, 100 pp., avorio 100 gr): 979-12-5540-029-5
ISBN edizione eBook (ePub e Mobi): 979-12-5540-031-8
4 luglio 1623, Sperlonga. Un rinnegato traditore indica alla flotta ottomana un indifeso paesino di pescatori, arroccato su uno scoglio del turbolento mar Mediterraneo. Una preda facile sulla quale si abbatte improvvisa la furia devastatrice dell’assalto corsaro. Il panico si diffonde tra le barche in secca sulla spiaggia, ancora cariche di pesci, e risale gli stretti vicoli bianchi, dove le famiglie dei pescatori si preparavano, ignare, alla solita mattinata tranquilla. In pochi minuti il nemico sciama ovunque. Per gli Sperlongani è un si salvi chi può. La violenza senza limiti degli aggressori spazza via ogni morale.
Cosa accadde veramente e di chi furono le colpe?
A pochi giorni da quella sconvolgente tragedia popolare, il chirurgo e poeta di Lenola, Curzio Mattei, redasse l’appassionante cronaca letteraria degli avvenimenti, in un dramma dai tratti epici e cavallereschi, ma anche duri e critici verso il potere e coloro che avevano trascurato Dio. Il sacco e rovina di Sperlonga nel 1623, riscoperto dal prof. Giovanni Pesiri e proposto in prima edizione nei quaderni de “La Madonna del Colle” di Lenola, nel 2020, è presentato ora in una versione integrale arricchita da brani di analisi storica e letteraria, grazie all’interessamento del Porto di Sperlonga.
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