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Giuseppe Nocca

Memore dei suoi studi classici dove ha maturato le sue conoscenze per le lingue classiche, Giuseppe Nocca transita verso il mondo agricolo con una laurea in scienze agrarie, per poi approdare all’insegnamento della scienza degli alimenti. La venticinquennale docenza sarà utile per approfondire le tecnologie della produzione alimentare oltre che della fisiologia umana, penetrando nei fini meccanismi dell’utilizzo dei nutrienti. Dalla fusione delle sue tre anime culturali nascono numerosi titoli a carattere storico e archeologico all’interno dei quali esamina il ruolo dei nutrienti nella storia greco-romana e nelle antiche tecnologie di produzione degli alimenti, spaziando dai cereali, al garum, al vino Cecubo, alla pesca, ai datteri per approdare alla tiella ed ai confetti. Negli ultimi due anni i suoi titoli subiscono una decisa sterzata verso l’antropologia della nutrizione, riscoprendo ruoli, immagini, simboli e pietanze che suscitano emozionalità ed adesione nel consumatore. Si è cimentato nella stesura di un testo storico-antropologico su un capitolo dell’identità locale quale è la Sagra delle Regne di Minturno. Come coautore ha partecipato alla stesura di due titoli che lo hanno visto impegnato nella ricerca delle radici storiche del quartiere in cui vive. 

È componente di giurie di concorsi gastronomici locali, presentatore di serate con menu-degustazione. Ha partecipato a diverse edizioni di trasmissioni televisive (Eat Parade, Geo, Alice) collaborando per un triennio ad una rubrica mensile di cucina territoriale sulla rivista Alice.   

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Mario Marino

Mario Marino vanta una lunga esperienza di chef nei più prestigiosi locali del Lazio a partire dal lontano 1958. Il suo percorso professionale prende le mosse dapprima negli impianti sportivi dell’Acqua Acetosa di Roma per passare successivamente al Tennis Club dei Parioli. Non disdegna il prestigioso incarico di chef presso le cucine dell’accademia Navale di Livorno e successivamente su alcune unità della Marina Militare Italiana.

Approda giovanissimo nel 1961 nelle cucine del Miramare di Formia dove prende già in carico la preparazione dei primi piatti, a fianco del famoso chef Giuseppe Camera. Continua per alcuni anni la sua permanenza al Miramare sotto la direzione del celebre Angelo Celletti, che ne diventerà proprietario poco tempo dopo. Abbandona il Miramare pochi anni dopo per assumere dapprima la gestione del ristorante Marina di Castellone a Formia ed in seguito il ristorante Espero a San Giorgio a Liri conferendogli uno stile ed un’offerta ristorativa decisamente nuova.

Il suo successo professionale lo porta nel 1988 ad aprire un suo proprio locale all’interno del Parco di Gianola, cui assegna un nome ancora oggi in uso: La Villetta. è qui egli che fa confluire un percorso iniziato tanti prima seguendo le orme del più celebre Carnacina, da cui aveva tratto i primi insegnamenti. Con Sirio Ferrari e Italo Veneziano fonda nel 1982 la delegazione provinciale della Federazione Italiana Cuochi (FIC) da cui poi si dissocerà qualche anno più tardi per dare origine, con altri dieci colleghi, all’Associazione Cuochi del Golfo, di cui assume la presidenza, con un ambito operativo più strettamente correlato con la tradizione gastronomica del territorio.

Annovera tra le sue esperienze la partecipazione come chef ai Giochi del Mediterraneo del 1967 a Tunisi e nel 1971 a Smirne; partecipa alle olimpiadi di Città del Messico nel 1968 e a quelle di Monaco nel 1972 e nel medesimo anno alle olimpiadi invernali di Sapporo. Uno dei suoi ricordi più appassionati è legato alle olimpiadi invernali di Sapporo, quando un atleta giapponese, nel giorno precedente la finale, gli chiese una pietanza italiana, contravvenendo alla dieta che il suo preparatore atletico gli aveva prescritto. Nonostante l’ira del preparatore, l’atleta vinse la medaglia d’oro e, quasi memore e riconoscente, confessò allo chef dicendogli “il merito di questa medaglia è per metà suo”.

Formia a Tavola

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Formia a Tavola
Giuseppe Nocca, Mario Marino
Saggistica, Triclinium (Cucina)
ISBN (A5, interno carta patinata a colori, 144 pp.): 979-12-5540-086-8

Non è stato semplice ritagliare la tradizione gastronomica di una città che aveva conservato sotto la cenere della storia le proprie radici dell’epoca romana. La cucina formiana nasce all’insegna di due torri che marcano l’identità di due rioni storici: Mola e Castellone. Le diverse economie, frutto di due ambienti diversi, hanno dato origine a pietanze che lentamente si sono separate, senza mai disgiungersi completamente, dalla tradizione della vicina Gaeta, nella cui sfera amministrativa i due rioni sono stati inclusi per secoli. Le relazioni con i vicini centri abitati di Maranola e Castellonorato, anch’essi successivamente inclusi nel neonato comune di Formia, hanno progressivamente contribuito a definire i caratteri di una gastronomia con notevoli influssi culturali radicati in Terra di Lavoro.
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