1 recensione per Storia di Lucio Wu napolitano
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Giovanni Porzio è nato a Napoli, insegna Lettere nella scuola media, suona il sassofono ed è cintura nera di Tai ji quan.
Rita Quinzio è nata a Gaeta, vive in Romagna, non lontano dal mare con cui sente un profondo legame, con il marito, la figlia e Poppy, un coniglio nano. Laureata a Napoli in Lingue e Civiltà Orientali e a Urbino in Scienze della Formazione, è docente di Scuola Primaria e collabora con una nota rivista specializzata in educazione e insegnamento. Appassionata di viaggi è alla continua ricerca di miti e leggende del Vicino e Medio Oriente. È stata la contastorie per sua sorella e le sue amiche e continua ad esserlo per sua figlia e i suoi allievi.
€3.49 – €15.00
Storia di Lucio Wu napolitano
Rita Quinzio, Giovanni Porzio
Narrativa, Maree
ISBN edizione cartacea (203 x 133, 308 pp.): 9788833469720
ISBN edizione digitale (ePub e Mobi): 9788833469737
ISBN audiolibro (MP3 / 22 tracce / 11:21:02 / audiolettrice: Letizia Lucchini): 9791255400998
Laura è una studentessa dell’Università Orientale di Napoli, al primo anno di corso di Lingua cinese. Viene dalla Romagna e ha la passione delle arti marziali; da poco giunta nella grande città del Sud si sente un po’ spaesata, ma un gruppo di colleghi (che diventeranno poi suoi amici) l’aiuterà a ritrovarsi, o forse a perdersi? Laura ha scoperto infatti, nel frattempo, l’antica storia di un giovane cinese, che come la sua è sospesa tra Oriente e Occidente, libertà e dottrina.
“Non aveva visto male, erano due bambini cinesi, di nove o dieci anni. Il più vicino ai piedi della Madonna, ritratto di profilo, indossava un tipico copricapo cinese a pagoda di colore rosso, da cui spuntavano corti capelli neri e lisci, e una tunica blu, che sembrava troppo grande per lui, con risvolti di raso giallo. Le sue mani erano esili e affusolate, incrociate sul petto; aveva un naso piccolo e regolare, come l’unico orecchio che la prospettiva permetteva di osservare. Il taglio a mandorla dell’occhio ritratto svelava inequivocabilmente la sua origine, le labbra rosa e carnose di bimbo sorridevano serene: più che della Madonna sembrava in adorazione dei suoi piedi. Dietro di lui, in penombra, l’altro fanciullo, di cui si scorgevano il collo e parte del volto, sembrava eseguito con un tratto più frettoloso e meno particolareggiato: casacca e berretto blu, frangetta alla francescana, naso più lungo del suo amico e gli stessi, inconfondibili occhi a mandorla”.
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Antonio Fedele
Lucio Wu napolitano è un romanzo di formazione che trascina il lettore dai vicoli di Napoli, al basso Lazio alle Marche… per condurci sulle orme di Lucio Wu. La protagonista una giovane santarcangiolese, agli esordi della sua carriera universitaria, si appassiona alla storia di un giovinetto cinese, Lucio Wu, appunto, condotto, insieme ad altri quattro, a Napoli dalla Cina, per educarlo o dovrei dire iniziarlo alla carriera ecclesiastica e quindi missionaria. Ma la cosa non sarà così semplice. Nel romanzo, che ricostruisce storicamente la Napoli del Settecento e sbircia nella Cina imperiale, ho letto le vicende fondative dell’Università Orientale di Napoli, ma era lo sfondo a una riflessione più profonda sulle scelte a cui un giovane si trova davanti e sul necessario equilibrio tra dottrina e libertà. Una lettura memorabile.